Come si lavorano i metalli preziosi

lingotti d'oro

Le tecniche di fusione dell’oro e dei principali metalli preziosi sono antiche quanto l’uomo.

Persino nel Vecchio Testamento è possibile leggere dei passi che descrivono arcaiche tecniche di lavorazione di tali metalli.

Naturalmente, nel corso dei secoli con l’avanzare delle conoscenze scientifiche e tecniche, le procedure di estrazione e di fusione sono divenute sempre più raffinate.

Attualmente, mediante dei procedimenti chimici, è persino possibile estrarre oro in un ambiente casalingo (seppure tali procedure siano fortemente sconsigliate ai non addetti ai lavori in quanto richiedono l’utilizzo di reagenti chimici altamente pericolosi come l’acido solforico).

Nonostante le numerose tecniche di estrazione, la fusione resta in ogni caso la procedura tuttora più diffusa di lavorazione del prezioso metallo giallo nonché dell’argento.

L’ostacolo principale presentato da questa tecnica è rappresentato dalle elevate temperature che bisogna raggiungere per ottenere il passaggio dallo stato solido a quello liquido.

Basti pensare che la temperatura di fusione dell’oro è di ben 1.064°C!

Al fine di poter raggiungere temperature così elevate al giorno d’oggi vengono utilizzati dei forni a gas alimentati con acetilene, un gas che reagendo con l’ossigeno presente nell’atmosfera dà vita ad una reazione fortemente esoenergetica in grado di fornire il calore necessario per il raggiungimento delle suddette temperature.

Effettuato il passaggio allo stato liquido i metalli vengono poi fatti colare in appositi contenitori (costruiti in argilla) e quindi lavorati in grosse presse idrauliche allo scopo di conferirgli la consueta forma di lingotti o medaglie.

Spesso si è portati a credere che l’oro sia un metallo particolarmente duro, in realtà è un metallo relativamente tenero.

Questa sua proprietà non lo rende adatto ad essere utilizzato nell’ambito dell’industria orafa.

E’ questo il motivo per il quale vengono create delle leghe con altri metalli quali argento, palladio e rame.

Basti pensare che il famoso “oro rosso” non è altro che una lega di oro e rame mentre per “oro bianco” si intende la lega di oro e palladio.

Tali leghe oltre a conferire il caratteristico colore che tutti conosciamo, consentono di ottenere, modulando opportunamente le proporzioni, delle proprietà meccaniche ben precise, adatte alle diverse lavorazioni nelle quali viene utilizzato l’oro (oreficeria, industria elettronica, settore odontoiatrico, etc).

Tale aspetto è spesso motivo di confusione da parte dei clienti dei compro oro che sono portati a pensare che i loro gioielli siano costituiti da oro puro e non da leghe.

I clienti accusano spesso gli incolpevoli compro oro di tirare al ribasso sui prezzi mentre in realtà non fanno altro che valutare esattamente la quantità reale di oro presente nei gioielli messi in vendita